Orchestrare la supply chain nel 2024 sarà una partita di scacchi
Si chiude un anno particolarmente esigente nei confronti delle supply chain nazionali e internazionali. Gli eventi commerciali (online e in-store), i cambiamenti geopolitici e le sfide poste dagli agenti climatico-ambientali hanno richiesto un’abile capacità di adattamento a imprevisti, disaster response & recovery alle supply chain di media e larga scala.
I supply chain manager che hanno saputo cavalcare l’onda del 2023 trasformando ogni sfida in opportunità sono coloro che si sono focalizzati sulla qualità dei processi decisionali proiettabili nel futuro. Questo perché le decisioni si distribuiscono su settori e operazioni variabili, mantenendo comunque uno stretto rapporto di co-influenza durante l’intero sviluppo della catena del valore. In altre parole, a questi livelli di competitività in contesti complessi, ogni decisione è in grado di influenzare tutte le altre, nel presente come anche per tutti i flussi decisionali futuri.
Si potrebbero descrivere le interrelazioni decisionali dei diversi processi della supply chain come un tessuto, anche se si perderebbe il carattere proattivo di ogni decisione, rispetto al risultato finale di creazione del valore.
Se il valore è re, perché è chiave ed effetto del vantaggio competitivo, allora un’immagine più evocativa potrebbe essere quella di una partita a scacchi. Ogni pedina ha la propria funzione e valore, ogni mossa è un rischio e un’opportunità.
E se l’arma segreta per affrontare le sfide della supply chain del 2024 è la tecnologia, allora l’alleata su cui puntare per vincere questa partita a scacchi è sicuramente l’intelligenza artificiale.
Congestione dei porti e intralogistica: le torri nei punti nevralgici
Tra le favorite nel palmares di sfide che nel 2024 interesseranno la ricerca del vantaggio competitivo dei supply chain manager abbiamo la congestione dei porti e dei nodi logistici. Soprattutto per supply chain estese e internazionali, i porti sono punti nevralgici di circolazione di grandi quantità di merci. Questo vuol dire che malfunzionamenti, imprevisti e colli di bottiglia nei porti o a livello di rotte ha il potenziale di generare perdite incommensurabili (basti ricordare l’episodio Evergreen nel canale di Suez, 2021). Mobilità e la motilità della supply chain, nel senso di efficienza dei flussi di merci da e per i porti, sono due qualità in grado di contribuire notevolmente alla creazione di valore.
Come la torre, che sulla scacchiera ha la possibilità di andare lontano, anche la corretta gestione dei porti e dei nodi logistici eleva la competitività di tutta la supply chain. Allo stesso tempo, però, le torri sono facilmente bloccabili da altre pedine sulla scacchiera: saper cogliere l’intero potenziale di logistica e intralogistica significa quindi liberare l’esecuzione di questi processi da qualsiasi criticità. Questa metafora non si applica soltanto ai porti e alle rotte marine, ma all’interezza dei flussi che caratterizzano la circolazione di merci lungo tutta la linea logistica.
La gestione tecnologica di questo tipo di rischio si sviluppa su due livelli. Il primo è sicuramente un processo interno e conseguente alla trasformazione digitale dell’azienda: implementare risorse tecnologiche per ottimizzare il funzionamento della supply chain porta naturalmente a una maggior visibilità e aggiornamento delle informazioni sulla supply chain. Con dati real-time, modelli matematici di analisi & forecasting, è possibile ottimizzare le rotte dei mezzi (marini, aerei, stradali) evitando zone a flusso più intenso e rielaborando sulla base di cambiamenti repentini delle condizioni di traffico. Il beneficio della trasformazione digitale della supply chain è apprezzabile anche a livello di gestione di magazzino e delle operazioni ai porti, grazie a una maggior tracciabilità delle merci, dei loro spostamenti e dei flussi comunicativi che accompagnano queste operation.
Il secondo livello, quello dove l’implementazione potrebbe risultare più difficile o rallentata, vede la condivisione (tramite tecnologie Cloud) di dati tra i supply chain manager e tra aziende diverse, aumentando ed efficientando le comunicazioni e la coordinazione degli attori logistici (marini, su strada, ecc.). Un sistema standardizzato di data sharing tra i diversi attori ridurrebbe i tempi e gli spazi necessari per le operazioni portuali e logistiche, con il beneficio di ridurre al minimo le possibilità di intasamenti e malfunzionamenti futuri.
Nel processo di digitalizzazione della supply chain, però, il consiglio di Gartner© per il 2024 è anche quello di potenziare le architetture digitali (Cloud e non) con sistemi avanzati di cybersecurity. Il report Predicts 2024: Supply Chain Technology colloca infatti la cybersecurity sul podio della lista di sfide strategiche dei prossimi 5 anni.
Per questo, è imprescindibile prevenire ulteriori rischi futuri con strutture robuste di cybersecurity.
Un’inflazione che si muove come un cavallo
Gli ultimi anni mostrano i segni di una perdita di controllo sui livelli d’inflazione, a livello nazionale, europeo e globale. Per una molteplicità di fattori, le relazioni tra attori economici e geopolitici hanno accusato un certo livello di incertezza, che si è tradotto in fluttuazioni inaspettate dei livelli di inflazione, che ha alternato picchi a crolli e a momenti di stabilità inaspettata. L’inflazione si è mossa come un cavallo, in maniera insolita e, per i meno esperti, forse anche imprevedibile.
Ma qui abbiamo il punto di svolta per i supply chain manager che vogliono trasformare i problemi in opportunità. Domare l’inflazione è possibile, e questo sempre grazie a tecnologie di intelligenza artificiale. Una delle misure riparative principali contro un’inflazione variabile è quella di ottimizzare i costi. In questo senso è possibile implementare una vastità di tecnologie.
La maggior parte delle suite di warehouse optimization permette ad esempio di ottimizzare le scorte e la loro distribuzione nella rete di magazzini, diminuendo le scorte necessarie a coprire la domanda (anch’essa variabile, ma la cui variabilità viene considerata in fase di calcolo) senza rappresentare un costo non necessario.
Le tecnologie di fleet management permettono invece di ridurre gli sprechi della flotta aziendale utilizzata per la movimentazione delle merci tramite l’ottimizzazione delle rotte e l’adattamento di queste a fattori esterni regolari e temporanei. In un’intersezione tra fleet management e warehouse optimization, è anche possibile ottimizzare i carichi dei veicoli, riducendo il tempo medio e i costi associati alla consegna.
Anche il Revenue Management può contribuire alla trasformazione dell’inflazione in un potenziale vantaggio competitivo. Tramite l’analisi di serie storiche attraverso modelli matematici complessi è possibile costruire un modello previsionale che, in base ad agenti esterni temporanei e/o imprevisti e opportunità di profitto, adatta dinamicamente i prezzi dei prodotti. In questo modo è possibile, nella variabilità generica introdotta dall’inflazione, proporre un prezzo invariabilmente più vantaggioso rispetto ai competitor.
La sostenibilità è regina
E se il valore è re… Allora la sostenibilità è regina. Soprattutto negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata una tematica sempre più influente e sfidante per la gestione della supply chain.
Da un lato, abbiamo regolamentazioni, standard e riferimenti in aumento, in virtù di un giro di vite normativo con l’obiettivo di rispettare obiettivi futuri rispetto a livelli di emissioni, inquinamento e riscaldamento globale. La supply chain è intuitivamente una delle strutture economiche maggiormente interessate da questi inasprimenti e cambiamenti normativi, dato il suo carattere altamente impattante a livello ambientale.
Dall’altro lato, la customer base e in generale la comunità globale sono sempre più consapevoli e sensibilizzate sulle tematiche ambientali, etiche e sociali. Il rispetto e l’impegno verso tematiche di sostenibilità ed ESG può costituire un aspetto di competitività e quindi un’ulteriore fonte di valore per il supply chain manager, cogliendo il potenziale di una clientela sempre più informata.
La sostenibilità è quindi regina, è quella tematica che tutti ormai conoscono, quel pezzo della scacchiera che si estende in qualsiasi direzione e tocca il destino di tutti gli altri. Nel 2024, la sostenibilità è intersecata al valore, come la regina è fondamentale per la protezione e il successo del re.
Le strategie tecnologiche per l’implementazione della sostenibilità sono anche qui innumerevoli. Innanzitutto, la semplice applicazione del concetto di trasformazione digitale della supply chain comporta una riduzione dell’impatto di tutta la struttura. La digitalizzazione dei flussi e l’automazione dei processi decisionali, l’ottimizzazione di magazzini, inventario e rotte, la data analysis dei modelli matematici e di predizione: tutti espedienti tecnologici che aumentano l’efficienza della supply chain, che diventa più veloce, genera meno emissioni, e occupa meno spazio. Ecco perché la sostenibilità e il valore sono strettamente collegati, almeno per il 2024: la trasformazione digitale porta automaticamente a una maggior sostenibilità della supply chain, che porta a una maggior competitività.
Ma implementare la sostenibilità non è solo un discorso di efficientamento tecnologico. Vorrebbe dire focalizzarsi sulla parte più direttamente associabile al valore, nell’implementazione tecnologica della sostenibilità (la prima R dello slogan reduce, reuse, recycle). L’intelligenza artificiale è infatti in grado di supportare, migliorare (e ne casi più critici avviare) nuove politiche di circolarità aziendale e iniziative di gestione sostenibilmente responsabile della supply chain.
Le capacità di calcolo e di elaborazione dei dati dell’intelligenza artificiale può essere sfruttata per ottenere un modello e/o un benchmark, ad esempio, per un sourcing meno impattante di materie prime. Si possono anche impiegare tecniche di IA per il design di prodotti facilmente riciclabili, sia in termini di riutilizzo dei materiali di cui sono composti, sia in possibilità di utilizzo del prodotto con finalità nuove, una volta terminato il ciclo di vita originario (recycling & upcycling). È possibile, inoltre, allungare il ciclo di vita dei prodotti stessi e offrirli in modalità PSaS, product as a service, servizio da irrorare anch’esso di intelligenza artificiale (chat-bots, decisioni automate, gestione automata dei complaints e dell’assistenza, ecc.).
Inoltre, l’IA può essere un nuovo strumento per lo scouting e l’implementazione di politiche di circolarità, ai diversi step della supply chain come a fine del ciclo di vita del prodotto e al momento del suo smaltimento. Nelle industrie dove le politiche di circolarità sono più ardue da implementare, l’IA rappresenta comunque un alleato per lo sviluppo di politiche di recupero.
La workforce di livello superiore: pedoni a massima efficienza
Le analisi per i trend futuri e le sfide del 2024 hanno fatto emergere un’immagine della forza lavoro in radicale e duraturo cambiamento. Con l’aumento dei livelli di scolarizzazione e istruzione secondaria e specialistica hanno elevato conoscenze e abilità dell’attuale forza lavoro, mediamente più tecnica e specializzata rispetto a qualche decina d’anni fa.
Allo stesso tempo, le previsioni di Gartner® prospettano che “Negli Stati Uniti, la forza lavoro di settori logistico e dei trasporti crescerà meno della metà rispetto al PIL nel corso dei prossimi dieci anni. Se la crescita prevista per il PIL è del 2,5%, la forza lavoro crescerà dell’ 1,1%”.
Questo significa che la forza lavoro, oltre a diventare più specialistica, sarà anche più costosa.
Anche in questo caso, le sfide poste dall’employee management della supply chain del 2024 sono trasformabili in asset di competitività. Come i pedoni sulla scacchiera, se il supply manager saprà gestire, valorizzare, e potenziare la forza lavoro con l’uso di tecnologie innovative, allora questa si trasformerà in un driver inesorabile e pervasivo di valore lungo tutta la supply chain.
Innanzitutto, la human-machine interaction è una soluzione d’avanguardia per bilanciare il cambiamento della forza lavoro. Attraverso l’implementazione di soluzioni robotiche in ambienti misti e non, è infatti possibile delegare i task più competitivi, logoranti e/o pericolosi alle macchine, permettendo alle risorse umane di focalizzarsi su task più complessi, sofisticati e appaganti dal punto di vista lavorativo.
Tra gli altri dispositivi tecnologici di retention e satisfaction della forza lavoro ci sono indubbiamente l’alleggerimento e la digitalizzazione dei processi e delle comunicazioni, che permette tra l’altro di raccogliere una nuova serie di dati per la diagnostica di un’area (quella dei piccoli imprevisti a livello della workforce) che difficilmente poteva essere tracciata in precedenza. A questo si aggiungono tutti i dispositivi e iniziative di employee engagement, facilmente orchestrabili in comode suite integrate per la gestione di cultura e felicità aziendali.
L’IA generativa: l’alfiere dell’innovazione tecnologica
Infine, nella partita a scacchi del 2024 abbiamo quel trend, quella pedina con il potenziale di proiettare la supply chain nel futuro, accelerarne l’innovazione muovendosi in diagonale, proprio come un alfiere. Questa pedina e l’IA generativa, evoluzione relativamente recente dell’intelligenza artificiale e dall’applicazione ad alto valore di business.
I modelli di calcolo e data analysis delle suite più sofisticate di intelligenza artificiale sono già in grado di prospettare previsioni, diagnostiche e proiezioni accurate. Nonostante ciò, l’IA generativa è in grado di arricchire la base dati e ripulirla dall’eventuale “rumore” (o dati che andrebbero a sporcare l’analisi aumentandone i margini d’errore), potenziando le capacità predittive per task come il KPI reporting.
Le sfide tecnologiche esposte nei paragrafi precedenti sono tutte migliorabili anche attraverso attività di previsione. La funzionalità di forecasting dell’intelligenza artificiale è trasversalmente applicabile a qualsiasi processo e stadio del supply chain management, e anche in questo caso migliorabile con l’incorporazione di IA generativa nei modelli. In questo caso, l’IA generativa moltiplica ed espande i contesti e gli scenari delle simulazioni, aumentando l’elasticità del modello previsionale e la copertura di eventi e/o cambiamenti improvvisi.
Le ultime raccomandazioni strategiche per il 2024
In questo articolo abbiamo descritto una serie di sfide che, con l’applicazione di tecnologie di intelligenza artificiale, possono essere trasformate in driver di valore per il supply chain management. È necessario studiarne attentamente caratteristiche e criticità, ritagliando soluzioni innovative affinché ogni mossa (in ciascun ambito) sia perfettamente orchestrata con le altre.
Come in una partita a scacchi, ogni pedina è strategia, rischio, ma a anche valore. Anche il report di Gartner Predicts 2024: Supply Chain Technology sottolinea come la tecnologia sia l’arma segreta per la creazione di valore. I suggerimenti di Gartner per i supply chain manager che si troveranno davanti a queste sfide sono:
- Evolvere e accrescere rapidamente un portfolio di soluzioni robotiche, sviluppando nuove tecniche di management e una struttura organizzativa in grado di supportare la valutazione, adozione, prototipazione, dispiegamento, gestione e supporto alle soluzioni robotiche adottate nell’organizzazione;
- Acquisire conoscenza significativa basata sui dati, apprendendo e istruendo il team della supply chain su casi d’uso potenziali per l’IA generativa.
- Identificare casi d’uso per il cloud computing nel contesto manifatturiero, con un focus all’applicabilità di larga scala, per incorporare e potenziare le capability dei processi già in essere. Puntare alla riduzione dell’impatto disruptive considerando anche soluzioni ibride, in grado di proporre nuove soluzioni a partire dai sistemi on-premise;
- Utilizzare un approccio olistico per catturare menti e cuori della forza lavoro, sfruttando nuovi strumenti e tecniche emergenti di employee management, come la gamification;
- Identificare e mitigare le vulnerabilità di cybersecurity note attraverso un controllo d’inventario per tutti i sistemi software impiegati per la gestione e orchestrazione della supply chain, analizzando anche la employee retention e satisfaction;
- Identificare ed effettuare attività di recovery in caso di vulnerabilità di cybersecurity note e analizzare gli SBOM.
L’implementazione di questi suggerimenti potenzia ulteriormente il valore delle sfide illustrate negli scorsi paragrafi, perché predispongono la struttura e la cultura aziendale in modo da rendere lo sviluppo di soluzioni interamente nuove oppure on-premise e adattate a strutture precedenti.